Tarocchi di Marsiglia e la loro Storia
Le carte dei Tarocchi
Queste tre sezioni, anche se diverse, possiedono un’unità di contenuto, proprio perchè è possibile stabilire numerose relazioni simboliche tra tutte le carte.
Entrare in contatto con i Tarocchi significa entrare in contatto con il proprio subcosciente, un mondo magico e meraviglioso attraverso il quale possiamo scoprire i messaggi e le indicazioni che la nostra anima ci vuole trasmettere.
I Tarocchi utilizzano un linguaggio simbolico, per questo è importante conoscere tutti i dettagli di ogni singola carta ed è necessario poter utilizzare un mazzo di carte che contenga tutti i simboi necessari per un’interpretazione corretta. Con i Tarocchi possiamo realizzare lo stesso lavoro che farebbe un analista dei sogni, proprio perchè il processo d’interpretazione è molto simile. La legge della sincronicità, le analogie, corrispondenze e associazioni di idee sono comprese nella struttura con la quale è stato creato il gioco.
Diventare un buon interprete dei Tarocchi richiede anni di studio e molta pratica, però le stesse carte si trasformano con il tempo nel vero maestro, sviluppando l’intuito e svelandoci i loro segreti.
La storia dei Tarocchi
Esistono numerose teorie sulla storia e l’origine dei Tarocchi di Marsiglia. Tuttavia, i documenti storici e archeologici più antichi relazionati con questo tipo di carte risale al XVII secolo, con i Tarocchi di Marsiglia di Jean Noblet (1650), Jean Dodal (1701) e Nicolas Cover (1760). Però molti indizi ci portano a pensare che la storia de queste carte risaldria a tempi più remoti. Nel VX secolo, e nei giochi di carte illustrate italiane come per esempio quelle dei Visconti o di Carlo VI, troviamo similitudini iconografiche e tematiche con le carte dei cosiddetti Tarocchi di Marsiglia.
Gli storici considerano la possibilità dell’esistenza, già nell’antichità, di alcuni giochi di carte di carattere adivinatorio, tali come per esempio i mitici Tarocchi Egizi, il “Libro di Thot” o alcuni giochi di carte introdotti dal popolo zingaro, popolo di origine indiana, nell’antica Grecia. Quindi, la cultura della carte divinatorie potrebbe aver avuto origine in India e sarebbe arrivata in Europa per mano dei popoli arabi. È importante sottolineare che Cicerone e Plutarco, rispettivamente in “Della divinazione” e “Dialoghi pitici”, menzionarono l’esistenza di carte divinatorie nelle vicinanze del Tempio Della Fortuna.
Una teoria recente relaziona la creazione dei Tarocchi con l’ordine monastico benedettino. Ricercatori come Daniel Rodes ed Encarna Sánchez sontengono che esistono numerose relazioni tra la simbologia dei Tarocchi e l’eredità medievale dei catari. Sicuramente possiamo verificare che esiste una coincidenza temporale e spaziale. I giochi più antichi dei Tarocchi che si conservano intatti nacquero precisamente nella stessa epoca e luoghi dove si sviluppó la chiesa catara.
D'altro canto, un editore di carte dei Tarocchi di Marsiglia sostiene che il gioco fu inventato nella stessa Marsiglia e che era relazionato con i costruttori di cattedrali romaniche, e più precisamente con il monaco Marselles Cassien.
Nel XX secolo numerosi autori hanno ricreato le immagini dei Tarocchi con diversi formati: dai Tarocchi di Goleen Dawn e Rider, all’inizio del secolo, fino ai quadri di Salvador Dalì. Ognuno ha rappresentato le proprie idee, però nessuno è riuscito a igualare la perfezone tecnica, la ricchezza simbolica e spirituale, la bellezza artistica di questa opera d’arte che sono i Tarocchi di Marsiglia.
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